ADA Associazione Roma

ADA Associazione Diabetici Addolorata Roma

lunedì 7 ottobre 2024

Materiale informativo per insegnanti

Informazioni da dare agli insegnanti da parte dei genitori che hanno figli diabetici

 https://fondazionediabete.org/materiale-informativo-per-insegnanti/ 

giovedì 19 settembre 2024

IMPORTANZA DEL CONTEGGIO DEI CARBOIDRATI NELLA DIETA DEI PAZIENTI AFFETTI DA DIABETE DI TIPO 1

  In qualità di Presidente dell'ADA ROMA ASSOCIAZIONE DIABETICI ODV, ringrazio la dietista ANNA MENASCI per la sottostante relazione.



Il diabete tipo 1 è una patologia cronica autoimmune nella quale il

pancreas non è più in grado di produrre l’insulina.
Rappresenta circa il 10% dei casi di diabete, ed è detto anche
diabete giovanile o insulino dipendente per distinguerlo dal
diabete di tipo 2 in quanto insorge di solito il giovane età e l’unico
trattamento possibile è quello con l’insulina.
Si sviluppa in genere durante gli anni dell’adolescenza ma può
comparire anche i bambini piccolissimi, persino i neonati, o in
giovane adulti e durare tutta la vita. Attualmente la terapia
insulinica intensiva consente di migliorare il controllo della
glicemia e ridurre le variazioni glicemiche, di garantire una
maggiore flessibilità di vita per il paziente e quindi di migliorare il
controllo della malattia.
Il Gold Standard della terapia insulinica intensiva è l’infusione di
insulina con microinfusore: eroga insulina sia in modo continuo,
ad una velocità basale costante, sia in bolo ossia una maggiore
quantità di insulina somministrata in un’unica soluzione prima di
un pasto.
I pazienti che utilizzano il microinfusore hanno il vantaggio di
poter programmare diverse velocità di infusione basale di insulina
nei vari momenti della giornata, a seconda delle proprie esigenze;
inoltre consente, di solito, di utilizzare meno insulina rispetto alla
terapia multi- iniettiva. Questa capacità di adattarsi alle esigenze
del paziente, rende il microinfusore molto utile e particolarmente
indicato per migliorare, non solo il compenso glicemico, ma anche
la qualità della vita: riuscire a modificare i profili basali a seconda
delle proprie esigenze (effetto alba, sport, gravidanza, viaggi...) è
un grande passo in avanti nella gestione del diabete.
Il calcolo dei carboidrati permette grande libertà nella gestione del
diabete; i carboidrati modificano la glicemia postprandiale e
quindi determinano il bolo di insulina da somministrare.
Per ottenere un buon profilo glicemico i carboidrati devono essere
calcolati senza approssimazione.
Possiamo semplificare il calcolo dei carboidrati nei seguenti step:
1.sapere riconoscere gli alimenti che contengono i carboidrati
2. imparare a individuare la quantità di alimento che andremo a
consumare, inizialmente con la bilancia, poi impariamo a stimare
le grammature con l’ausilio di misure casalinghe: con il cucchiaio,
la mano, il cellulare... Con l’allenamento della stima del porzioni
tutto sarà più semplice
3. calcolare i carboidrati contenuti nella porzioni con l’ausilio
della banca dati dei valori nutrizionali del CREA, con l’ausilio
delle etichette degli alimenti o con l’ausilio delle numerose
applicazioni ormai diffuse
4. Per stabilire due volta in volta la giusta quantità di insulina da
somministrare sarà poi necessario dividere i grammi di carboidrati
assunti nel pasto per il rapporto insulina carboidrati stabilito dal
team diabetologico
E' opportuno ricordare che, nonostante siano i carboidrati
l’elemento principale nella variazione della glicemia
postprandiale, non dobbiamo sottovalutare altri fattori che possono
influenzare la risposta glicemica come:
- la quantità di grassi di proteine e fibre all’interno di un pasto
- l’indice glicemico dell’alimenti
- le alterazioni ormonali
- l’attività fisica e altri fattori stressogeni
Tutti questi elementi talvolta determinano una diversa risposta
glicemica a fronte di pasti ad uguale contenuto di carboidrati;
nonostante queste variabili, il calcolo dei carboidrati rimane lo
strumento più valido e affidabile per gestire al meglio le risposte
glicemiche e che rende più libere le persone con diabete di tipo 1

           Dietista Anna Menasci
          Vice presidente CdA Albo Dietisti LI- PI-GR
        Esperta in terapia nutrizionale e tecnologie applicate al diabete

  Esperta in Terapia Nutrizionale nelle Malattie Renali e Dialisi

giovedì 27 giugno 2024

DOMENICA DELLA RICERCA: SPECIALE ADA 2024 Domenica 30 giugno ore 18.00


 

Ciao Venanzio

Dopo i congressi importanti di questo periodo siamo felici di raccontare tutte le novità presentate nel nostro appuntamento mensile La Domenica della Ricerca 🔬
L'appuntamento di questa domenica è dedicato al più importante congresso mondiale sul Diabete, l'American Diabetes Association 2024.
Parleremo di:
- trapianti di isole e di cellule staminali: tutte le novità da Vertex e le altre ricerche
- screening, predizione del diabete di tipo 1 e prevenzione
- le nuove tecnologie in arrivo

Clicca su "parteciperò" per non perdere l'inizio della diretta e fare tutte le tue domande al Prof. Emanuele Bosi, al Dottor Federico Bertuzzi e al dottor Andrea Scaramuzza, potrai seguirci su tutti i nostri canali social Facebook, instagram e youtube.

Comincia a preparare le domande, ti aspettiamo!

mercoledì 5 giugno 2024

                             MONITORAGGIO IN CONTINUO DELLA GLICEMIA

 

 

 

 

giovedì 29 febbraio 2024

PRIMO SOCCORSO PER IL PAZIENTE DIABETICO

        In qualità di presidente dell'ADA ROMA - ASSOCIAZIONE DIABETICI - ODV voglio ringraziare il Dottor RICCARDO SONNINO per quanto esposto nel sottostante documento e che tutti i parenti e persone che convivono con  pazienti diabetici dovrebbero conoscere.                                                                             Venanzo Paganelli


 

Il paziente diabetico ed il primo soccorso

Il controllo costante dei valori glicemici è alla base della prevenzione del rischio della comparsa di sintomi acuti correlati alla patologia. Nella mia lunga esperienza professionale legata alla gestione delle emergenze sanitarie nel territorio laziale ( sistema 118) ho sempre dato la massima attenzione ai protocolli di trattamento degli episodi di ipo ed iperglicemia che migliorassero la prognosi del paziente cercando di evitare complicazioni anche gravi in grado di mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza.

IPOGLICEMIA .

Nella presente esposizione farò riferimento alle crisi ipoglicemiche sia nel paziente adulto che nei piccoli pazienti in quanto i protocolli di intervento sono simili e si discostano solo per i dosaggi dei farmaci da utilizzare e per le vie di somministrazione che possono variare a seconda dei casi e delle capacità di intervento del soccorritore. Nelle ipoglicemie “acute” così come in ogni altro tipo di emergenza il primo fattore da prendere in considerazione è il fattore T ( tempo) , prima si interviene e più aumentano le possibilità di evitare complicanze. Ma per intervenire in tempi brevi e correttamente è fondamentale riconoscere i sintomi premonitori prima che si manifestino quelli più compromettenti.

Solo per dovere di chiarezza conviene ricordare che è proprio il paziente diabetico a correre il rischio di andare in ipoglicemia ed è paradossale che chi ha in genere valori glicemici elevati o comunque di base sopra la norma possa incappare in questo inconveniente. Le cause le riconduco a semplici esempi che servono solo per chiarire un quadro clinico :

a) un paziente diabetico si somministra per errore una dose eccessiva di insulina o di antidiabetico orale

b) un paziente assume poche calorie rispetto alla dose di farmaco previsto 

c) un paziente consuma più calorie del previsto per fatica, febbre, stress e quant’altro ed altre situazioni particolari alcune prevedibili altre meno.

d) farmacoterapia/ormonterapia

Quale sia la causa che l’ha provocata il paziente può andare in deficit di zucchero presente nel sangue rispetto alle sue esigenze ed accusare una serie di sintomi che possono essere premonitori di una crisi ipoglicemica.  Tutti i nostri organi hanno bisogno di glucosio , ma fra questi quelli più esigenti sono il sistema nervoso e quello muscolare spesso connessi fra loro.

E quali possono essere questi sintomi ?

Li elenco in maniera sequenziale senza tenere conto della loro frequenza che varia da caso a caso:

 

·         Cefalea

·         Confusione mentale

·         Sudorazione profusa

·         Cardiopalmo ( tachicardia)

·         Disturbi neurovegetativi quali nausea, vomito , eruttazioni etc

·         Problemi alla vista

·         Problemi di equilibrio

·         Respiro affannoso

·         Tremori

·         Dolori muscolari -spasmi

·         Convulsioni

·         Fino a sintomi più gravi quali arresto cardiaco e respiratorio

 

Può la crisi ipoglicemica comportare un rischio per la sopravvivenza?

Si può prevenire una crisi di questo tipo?

 

A queste domande direi certamente si , ma non sarà il sistema 118 nel suo complesso a porre un rimedio così tempestivo quali le circostanze richiederebbero. Cerco di essere più chiaro possibile. Dal momento che una crisi ipoglicemca si manifesta al momento nel quale è presumibile che arrivi un’ambulanza (se correttamente attivata) passano sempre e comunque troppi minuti. Non c’è sistema di emergenza che sia in grado di prendersi carico di un paziente in crisi ipoglicemica e quindi sintomatico nei tempi attesi. Esistono due possibilità e sono le seguenti: a) il paziente ha dei sintomi premonitori (quelli descritti in precedenza) e pone rimedio alla ipoglicemia da solo, assumendo zuccheri a pronto effetto b) il paziente non ha il tempo necessario per provvedere e chiedere aiuto e quindi deve affidarsi all’intervento dei presenti. In questo caso sono loro a dover riconoscere i sintomi ed a saperli interpretare quali secondari ad una ipoglicemia.

Come capirete non è un compito semplicissimo ricondurre dei sintomi seppur evidenti ad una crisi ipoglicemici. I quadri clinici possibili sono compatibili con una serie di patologie e quindi non tipici della caduta dei valori glicemici. Proprio per questo motivo , nel dubbio, senza doversi addentrare troppo nella clinica e dover a tutti costi porre una diagnosi possibile, consiglio di porsi sempre il dubbio : sarà una ipoglicemia?? E di conseguenza intervenire . Come?.

Nel caso di perdita di coscienza bisogna lasciare a terra il paziente , alzargli le gambe , tirare leggermente su la testa , proteggerlo dalle intemperie e chiamare i soccorsi ( 112/118) e……somministrare zucchero ( una bustina tanto per cominciare)). Chiarisco che lo zucchero non deve essere somministrato sciolto in acqua perché a paziente incosciente l’acqua potrebbe imboccare le vie aeree  e soffocarlo. Solo se il paziente può deglutire si può provare a somministrare acqua e zucchero o bevande zuccherate ma sempre con cautela ed interrompere la somministrazione appena compare la tosse. A paziente non in grado di deglutire lo zucchero va posizionato all’interno delle guance nello spazio virtuale fra denti e interno guancia , detto vestibolo   , aiutandoci con le nostre dita per farci spazio nella bocca del paziente . Vedi foto

 

Se la terapia ha dato segni di efficacia ed il paziente dopo alcuni secondi darà segni di ripresa possiamo ripetere il trattamento e solo quando sarà in grado di deglutire potremmo somministrargli liquidi zuccherati. Nel frattempo i soccorsi qualificati saranno arrivati e ci penseranno loro. Mai svuotare lo zucchero sulla base della lingua perché può aggrumarsi con la saliva e formare un vero e proprio tappo che impedirà la respirazione.

Nel  bambino il quadro clinico è sovrapponibile a quello descritto per l’adulto. E’ possibile che siano maggiormente presenti sintomi quali sonnolenza, sbadigli accentuati, tremori , sudorazione ma per il resto non si segnalano particolari differenze. Anche in questo caso la tempestività ( fattore T) è essenziale. Prima si interviene e minori saranno i danni. Ovviamente il bambino ha bisogno di chi è presente per risolvere i suoi problemi e non potrà farlo certamente da solo. I provvedimenti da adottare sono gli stessi descritti per l’adulto ovverosia , intercettare i sintomi e passare alla somministrazione di zucchero per via orale con le stesse modalità sempre valutando la presenza o meno della deglutizione. La somministrazione di zucchero non comporterà mai  alcun tipo di danno collaterale né provocherà mai un coma iperglicemico…..chiaro??. Al contrario evitare la somministrazione di zucchero in un coma ipoglicemico potrà essere fatale per il paziente.

 

IPERGLICEMIA /COMA IPERGLICEMICO

Dedico poche righe a questa eventualità perché nella mia esperienza di rianimatore i casi di coma iperglicemico si contano sulle dita di una mano . Per arrivare ad un coma iperglicemico ci vuole molto tempo ( giorni-settimane o più ancora). Durante tutto questo tempo il paziente ha trascurato di misurarsi la glicemia , ha bevuto litri e litri di acqua al giorno ( 5/6/ o più) ed ha urinato decine di volte al giorno. In sintesi si è molto, ma molto trascurato. I casi che mi vengono alla mente e/o descritti in letteratura riguardano spesso pazienti single, trascurati e in stato di pseudo abbandono. C’è quasi sempre un problema di tipo sociale dietro a questi quadri , ripeto assai rari. I sintomi sono legati ad uno sato confusionale, spesso di disorientamento fino ad arrivare a comportamenti “ strampalati” e poi ricordo la sete incontenibile e paradossalmente una stato di disidratazione e una diuresi decisamente fuori controllo. Insomma per arrivare ad un coma iperglicemico ci vuole molto tempo e durante questo tempo non c’è stato alcun tipo di controllo glicemico. Il coma iperglicemico non avverrà mai nell’arco di pochi istanti ma sarà sempre preceduto da quadri clinico/sintomatici molto evidenti che solo in caso di abbandono e trascuratezza non potranno essere intercettati. Solo per dovere di informazione vi dirò che il trattamento di un coma iperglicemico è assai complesso e tipico di ambiente rianimatorio e non sarà un dosaggio di insulina a risolverlo.

Concludo dicendo che per i soccorritori siano essi laici o sanitari sarebbe fondamentale sapere se il paziente/vittima è affetto o meno da patologie. Purtroppo davanti ad una persona in estrema difficoltà o la stessa è in grado di fornirti elementi utili per un trattamento d’urgenza oppure la prognosi si complica assai. Su questo specifico argomento se vi farà piacere potrò essere più dettagliato in seguito. Grazie per l’attenzione

 

Dott.Riccardo Sonnino

anestesista -rianimatore

già direttore Ares 118

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